Presenti lupi ibridi nel territorio del Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Ma gli studi genetici rassicurano: non sono esemplari di prima generazione.

Sono riprese alla fine di novembre, nell’ambito del progetto europeo “Life – Mirco Lupo”, le operazioni di cattura di ibridi lupo-cane nel territorio del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Le azioni, fa sapere l’Ente Parco, riguardano due zone dell’area protetta in cui indagini naturalistiche precedenti (su escrementi e materiale filmato) hanno fatto supporre la presenza di soggetti ibridi.
La prima zona si trova nel territorio di Assergi (L’Aquila), l’altra è compresa tra i Comuni di Villa Celiera e Carpineto della Nora, sul versante pescarese del Parco.
Qui, in particolare, le fototrappole installate dai tecnici di “Mirco Lupo” hanno registrato il passaggio di un branco di otto lupi, cinque dei quali con un mantello più scuro rispetto al fenotipo proprio della specie.
Tuttavia, nonostante il fenomeno dell’ibridazione appaia relativamente diffuso nel territorio del Gran Sasso e dei Monti della Laga, arrivano notizie rassicuranti dai ricercatori del Parco, in prima linea nell’individuazione di esemplari ibridi e loro successiva cattura e sterilizzazione.
Una buona notizia è che nelle indagini genetiche condotte dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) sugli esemplari finora catturati non sono stati trovati ibridi di prima generazione.
«È un dato confortante» commenta il presidente dell’Ente Parco, Tommaso Navarra «poiché significa che, se si limiteranno nuove introgressioni di geni canini, il livello di ibridazione della popolazione dei lupi non potrà che diminuire. Per queste ragioni continuerà e si intensificherà l’azione di informazione e sensibilizzazione già avviata, per estendere la coscienza del fenomeno e sollecitare comportamenti corretti per contenere le occasioni di affiliazione tra cani e lupi. Sono azioni positive attuate dall’Ente a tutela del patrimonio di biodiversità custodito dall’area di protetta».
