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La commedia thriller di Robert Thomas “Otto donne e un mistero” va in scena al teatro Maria Caniglia di Sulmona e al teatro Comunale di Atri, rispettivamente venerdì 10 e sabato 11 gennaio.

Arriva in Abruzzo “Otto donne e un mistero”, commedia thriller di Robert Thomas (titolo originale “Huit femmes“), diventata nel 2002 anche un famoso film di  François Ozon interpretato da un cast di stelle francesi (Catherine Deneuve, Fanny Ardant, Isabelle Huppert, Emmanuelle Béart).

 

 

“Otto donne e un mistero” va in scena al teatro Maria Caniglia di Sulmona venerdì 10 gennaio (ore 21), per la stagione Acs-Comune, e al teatro Comunale di Atri sabato 11 gennaio (ore 21) per la stagione del Comune curata da Pino Strabioli.

 

Lo spettacolo – prodotto da La Pirandelliana, Compagnia Molière, ABC Produzioni – ha la regia di Guglielmo Ferro e un cast straordinario composto da Anna Galiena, anche traduttrice del testo, Debora Caprioglio, Caterina Murino, con la partecipazione di Paola Gassman, e con Antonella Piccolo, Claudia Campagnola, Giulia Fiume, Maria Chiara Dimitri.

 

Natale, anni Cinquanta, Francia. Una famiglia borghese fa i preparativi per le feste nella residenza di campagna. Fuori nevica, i regali sono al loro posto sotto l’albero, le luci e le note festose invadono la casa. Improvvisamente il capofamiglia, Marcel, viene trovato morto nella propria stanza, pugnalato alla schiena. Le cose si complicano a causa dell’intensa nevicata e del telefono isolato, che impediscono ogni contatto con l’esterno trasformando la bella dimora in una prigione di paura.

Le donne protagoniste di questo noir saranno così costrette ad avviare un’indagine per risolvere il mistero, confuse da misteriosi rumori e soprattutto dalle loro stesse menzogne.

Note di regia

«La struttura drammaturgica della commedia thriller di Robert Thomas è un ingranaggio perfetto per sedurre lo spettatore contemporaneo. E lo fa attraverso la figura madre: la donna. Ne sceglie otto: le più diverse, perché non sono personaggi ma personificazioni distinte della stessa identità-matrice. Come una Grande Madre che si fa Natura, Madonna, Dea, Terra e Morte. Una compagnia di donne di talento che scuotono le viscere drammaturgiche del testo con i loro segreti, le loro ambizioni verminose, le perverse visioni interpersonali, la loro arcaica animalità. Nessuna complicità, nessuna affinità non battezzata come ipocrisia e invidia tra le donne, come è e come sempre sarà. Per loro solo un fine: famelica sopravvivenza».

 

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